UNA STORIA PADOVANA
Di Giordano Melchiorri
Un giorno un politico padovano, mi stava descrivendo con enfasi il suo lavoro di parlamentare, illustrandomi le difficoltà e le fatiche del suo lavoro, ad un certo punto, gli chiesi perché non avesse letto il MANUALE DEL POLITCO; il suo sorriso a questa mia richiesta mi diede l’opportunità di raccontargli una storia.
Gli dissi che il manuale del politico sono i libri di storia, perché certe cose tendono a ripetersi nonostante le persone siano diverse, la storia in forme diverse si ripete perché l’animo delle persone non cambia, non tutte per fortuna, ma i pochi che cambiano non hanno la fortuna di quelli che tendono a non fare tesoro degli sbagli di chi li ha preceduti.
Durante la XXVII legislatura del Regno d’ Italia, attorno al 1920, in senato c’era il senatore Giovanni Agnelli (1866-1945) imprenditore e militare italiano proprietario terriero e fondatore e amministratore delegato del Istituto Finanziario Industriale, se non che, nonno del più conosciuto avvocato Gianni Agnelli presidente della FIAT. Il Giovanni Agnelli a cui mi riferisco come molti in quel periodo erano affascinati dalle opportunità che la rivoluzione industriale offriva, e che si stava maturando in tutto il mondo.
Da valente amministratore, quale era, intravide una opportunità nella nuova espressione del lavoro, fino allora prettamente agricolo, sentendo parlare di Enrico Bernardi inventore Padovano che con la sua Motrice Pia fu uno dei precursori dell’automobile. Con l’entusiasmo di quell’epoca, la fortuna finanziaria, e la posizione politica, si recò nella nostra città per contattare Bernardi e avviare una industrializzazione della sua invenzione, capendone la potenzialità futura.
Con Bernardi ci fu subito intesa sulla possibilità di costruire una fabbrica per la sua invenzione, individuarono il luogo dove far sorgere i primi capannoni per la produzione, individuati appena fuori della città in quella che ora è chiamata zona STANGA, e si recarono dagli amministratori della città (Paolo Trevisan podestà), per i permessi e concessioni. Gli amministratori, di allora, non cedettero alle potenzialità di questa proposta anche perché tale zona era già prevista la costruzione da parte di loro protetti di un’industria chimico/tessile SNIA VISCOSA, che reputavano più soddisfacente per loro, negando di ospitare Agnelli e Bernardi con la loro idea, nel nostro territorio.
Agnelli a questo punto portò Bernardi a Torino, sua città d’origine, dove poi conosciamo tutti la storia. La Viscosa di Padova negli anni fu si un successo industriale, ma anche un dramma per molti lavoratori, specie donne che ne subirono loro malgrado gli effetti negativi sulla salute causa dei prodotti chimici utilizzati. Altresì conosciamo benissimo quello che Agnelli e Bernardi fecero a Torino, dove le amministrazioni intuirono con successo le potenzialità dell’automobile.
Se tutto fosse andato come previsto ora non ci sarebbe la F.I.A.T (Fabbrica Italiana Auto Torino) ma ci sarebbe la F.I.A.P. (Fabbrica Italiana Auto Padova)
Come vediamo tutti i giorni la politica mescola troppo facilmente gli interessi personali ad accurate soluzioni alle esigenze della popolazione, certo nessuno ha la facoltà di prevedere il futuro ma troppo spesso le i progetti personali hanno il sopravvento mascherati da progetti pubblici ad uso dei cittadini.
(Giordano Melchiorri)
Giovanni Agnelli
|
Enrico Bernardi |
|